È venuto a mancare oggi lo scrittore bolognese Stefano Benni, all’età di 78 anni, dopo una lunga e debilitante malattia che, secondo Goffredo Fofi, gli aveva anche tolto l’uso della parola. Da tempo lo scrittore non appariva in pubblico.
Un’Irrequietezza Geniale
Nato a Bologna nel 1947, “il Lupo” così veniva chiamato, trascorse l’infanzia tra i monti dell’Appennino, dove fece le sue prime scoperte letterarie, erotiche e politiche. Il soprannome “Lupo” nacque proprio nel contesto di queste avventure notturne insieme ai suoi sette cani. Ex studente classico con risultati altalenanti, iniziò viaggiando, recitando, lavorando in redazioni e infine firmando racconti e commedie satiriche che lo resero celebre.
L’ironia come lente sul mondo
La sua scrittura, corrosiva e farsesca, ha raccontato la società italiana con occhio irriverente, tra quotidiani, bar di provincia e universi surreali. Opere come Bar Sport, Comici spaventati guerrieri e Spiriti hanno conquistato generazioni con umorismo, satira e fantasia, facendo leva sul grottesco per illuminare la condizione umana. Tra le sue raccolte più note, L’ultima lacrima ha esplorato i vizi e le follie della contemporaneità con intensità e leggerezza.
Impegno civile, levità e profondità
Benni è stato anche collaboratore di testate come Panorama, la Repubblica, il manifesto, Cuore, la sua scrittura era impietosa con la politica e le sue storture, rappresentandole con feroce ironia, mostrando la cultura italiana sotto la lente dell’anarchia creativa. Benni non è mai stato solo un autore italiano: la sua vena fantastica e visionaria affascinava anche pubblici esteri, grazie a traduzioni e adattamenti, e alla capacità di raccontare democrazia e potere attraverso metafore letterarie che trascendono i confini nationali. Il documentario Le avventure del Lupo – La storia quasi vera di Stefano Benni (2018), diretto da Enza Negroni, ne racconta l’esistenza tra verità, invenzione e poetica surreale.
Un’eredità che illumina
Con la scomparsa di Stefano Benni, il panorama culturale perde una voce capace di far ridere e pensare insieme. Il suo umorismo, la sua fantasia travolgente e il suo impegno satirico continueranno a vivere attraverso i suoi libri, i lettori che li porteranno nel cuore, e le generazioni che li scopriranno. Il Lupo se ne va, ma il suo ululato alla vita ci resta, fragoroso e pieno di senso.
Francesca Brancato